La Banca d’Italia: “Denaro più salato se l’imprenditore è immigrato”

Anche se non impegna la banca d'italia, riportiamo un passaggio dell'analisi regionale che si ritrova sulla homepage della Banca d'Italia www.bancaditalia.it in cui si ritrovano alcune frasi illuminanti sulle differenti condizioni riservate alle ditte individuali non italiane.

" Analisi condotte in Banca d’Italia indicano che il costo del credito per le ditte individuali costituite da extracomunitari è, a parità di caratteristiche dell’impresa e dell’imprenditore, superiore di circa 60 punti base a quello per le ditte costituite da nati in Italia. Il differenziale tra i tassi praticati agli imprenditori immigrati e a quelli italiani è superiore per le ditte insediate al Centro Nord. L’aumento della lunghezza del periodo trascorso dal primo accesso dell’impresa al sistema bancario comporta una diminuzione del differenziale di costo applicato alle ditte di immigrati rispetto alle altre, suggerendo che possa riflettere una maggiore difficoltà iniziale nella valutazione del merito di credito. Tutti i tipi di banche praticano tassi di interesse più elevati alle ditte individuali straniere, sebbene le banche di credito cooperativo operino delle maggiorazioni relativamente più contenute; tali banche potrebbero risultare avvantaggiate nell’interagire con imprese la cui valutazione del rischio è largamente basata su informazione non codificabile e sarebbero quindi in grado di selezionare meglio la clientela. Il differenziale di costo varia anche a seconda del continente d’origine: è più alto per gli immigrati provenienti dall’Asia e dall’Europa dell’Est".