La scuola di Santiago sta annidata sotto un ponte della ferrovia nella più oscura periferia di Shanghai, in direzione dell'aereoporto di Hongqiao. Ogni volta che passa un treno, tutto vibra, in maniera assordante. Trovare questa scuola frequentata da qualche decina dei 400mila figli di immigrati cinesi che vivono e lavorano a Shanghai è stato difficile anche per il tassista. Per fortuna Santiago sa l'inglese e ci ha fatto avere il telefonino. Dopo aver girato a vuoto per un pò, stabiliamo che verrà a prenderci lui, interrompendo la cena. L'appuntamento è alle 19, ma siamo in ancipo. Mangerà in nostra presenza, una ciotola di riso con della verdura, preparata dai suoi ragazzi. In questa foto vedete uno degli allievi, molto vivace, lo chiameremo Xiao. Dimostra meno della sua età, 13 anni. Santiago gli chiede di presentarsi in inglese. Lui lo fa. Centellina le parole. Si capisce che è orgoglioso di parlare quella lingua così diversa dalla sua. Viene dal centro della Cina, è nato qui, ma non conta. Rispetto agli abitanti di Shanghai è un alieno. Viene in questa scuola, ogni sera, perchè si sta preparando per provare comunque il test di lingua inglese con Santiago, il maestro, che è visibilmente orgoglioso di lui. Ma Xiao non è l'unico, qui, a fare cose che altrove non sarebbe possibile fare. Dopo un pò, la stanza del maestro s'è riempita.