Inevitabile all'ambasciata cinese ieri sera, mentre l'ambasciatore Ding Wei commentava il primo discorso da presidente designato della Cina non ricordare la puntata milanese di Xi Jinping, oggi incoronato l'uomo più potente della Terra di mezzo. E il discorso che fece all'Hotel Palace, davanti alla business community curiosa di vedere come fosse e cosa pensasse il vice di Hu Jintao, ormai sulla via della pensione. Xi era stato a Roma il 2 giugno, a Roma, invitato dal presidente Giorgio Napolitano per le celebrazioni ufficiali dei 150 anni della Repubblica italiana. Aveva però manifestato l'idea di visitare anche Milano e così fu. Anzi, basta guardare le foto, saabto 4 giugno fece una capatina con il Governatore Roberto Formigoni a visitare il San Raffaele di don Verzè. Sembra un'era geologica fa. Peccato che il 3 giugno cadesse di venerdì, unico ponte festivo di un intero anno. Ma, tant'è. Nel discorso riportato dal servizio della Cctv Xi si scusò proprio per questo. I preparativi erano stati lanciati già sette mesi prima, il Palace era stato messo in sicurezza per accogliere il principino, si pensò anche ai fiori in camera e alle volte che si sarebbero dovuti cambaire i cesti per garantirli sempre freschi. Lo chef da camera preparò i ravioli al vapore, gli jiaozi, forniti dalla stessa Ambasciata. Cosa ci resta di quella sera? Sicuramente la grande aura di potere che circondava e circonda il personaggio. La chiara consapevolezza, nei modi e nel tono della voce, di essere un predestinato. L'ex ministro Giulio Tremonti ipotizzò a tavola durante il ricevimento che sua moglie, la famosa cantante Peng potesse venire in Italia a cantare. Invitatela voi direttamente, fece capire Xi, a separare pubblico dal privato. L'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e l'ex ministro Paolo Romani disquisirono di referendum sul nucleare e di limiti e lacci che incatenano la nostra economia. Si seppe poi che i papaveri della comunità cinese in Italia, quelli che scattarono in piedi per ritrarlo con i cellulari al termine del discorso, avrebbero preferito essere posizionati più vicini al tavolo di Xi. Lui, all'uscita, sempre circondato dalle guardie del corpo, fece una cosa che videro in pochi: andò all'uscita dell'hotel e si intrattenne con i più umili della comunità cinese, quelli che erano andati a salutare il loro ex capo del partito. Perchè tra le altre cose, ricordiamolo, il grande Xi è stato capo del partito dello Zhejiang, la provincia di origine della maggior parte dei cinesi immigrati in Italia. Xi ha lasciato in quella visita, l'unica, in Italia, una grande impressione, l'ha ricordato l'ambasciatore Ding Wei. Xi tornerà in Italia, c'è da starne certi.
MN